Home Commedia Tutti a parte mio marito: seconda clip in italiano della commedia di Caroline Vignal (Al cinema dal 21 dicembre)

Tutti a parte mio marito: seconda clip in italiano della commedia di Caroline Vignal (Al cinema dal 21 dicembre)

Tutti a parte mio marito – It’s Raining Men,, la commedia con Laure Calamy al cinema con I Wonder Pictures.

21 Dicembre 2023 12:46

I Wonder Pictures ha reso disponibile una nuova clip italiana di Tutti a parte mio marito, la spassosa commedia al femminile di Caroline Vignal, nei cinema italiani dal 21 dicembre con protagonista Laure Calamy (Call My Agent, Vizio di famiglia, Full time).

Tutti a parte mio marito prima clip in italiano della commedia con Laure Calamy (Al cinema dal 21 dicembre)
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Tutti a parte mio marito – La trama ufficiale

Un marito meraviglioso, due figlie perfette, un fiorente studio dentistico: tutto va bene per Iris (Laure Calamy). Ma da quanto tempo non fa l’amore? Dietro consiglio di una conoscente, la donna si iscrive a una app di dating… e scoperchia il vaso di Pandora! Appuntamento dopo appuntamento – tra buffi fraintendimenti, foto scabrose non richieste e una varietà impressionante di uomini pronti alle performance più bizzarre – Iris rientra in contatto con il suo corpo e la sua sensualità. Ma una volta trovata se stessa, si renderà conto, forse, di aver perso qualcosa per strada e dovrà fare di tutto per recuperarlo.

Tutti a parte mio marito – La nuova clip in italiano

Note di regia (2)

‘s Raining Men trailer italiano della commedia francese di Caroline Vignal (Al cinema dal 21 dicembre)
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Come tutti, avevo sentito parlare di Tinder e app simili, avevo degli amici che si erano conosciuti così, ma la curiosità non mi aveva mai spinta oltre alla pagina di accesso. Per andare oltre, bisognava mettersi in gioco – in altre parole: creare un profilo! Non c’era scampo. Nella mia “bio” ho scritto: “Curiosa”. Poi si è scoperchiato il vaso di Pandora. Nei mesi successivi ho fatto un archivio con tutto: i profili degli uomini con cui matchavo, le conversazioni fatte sull’app o su WhatsApp, le foto che ricevevo. È stato divertente, emozionante, travolgente, a volte.

Ma come potevo ricreare l’esperienza dei siti d’incontri per il grande schermo, dato che la maggior parte si svolge su quello piccolo dei nostri telefoni? Come potevo condividere con gli spettatori l’adrenalina delle chat – le quali, a essere onesti, possono sembrare banali e spesso anche sconcertanti – durante l’attesa febbrile e mozzafiato del messaggio successivo? Come potevo riproporre l’esaltazione per il fatto che l’avventura potesse trovarsi dietro l’angolo o al capolinea della RER B?

Mi sono imposta di non filmare per niente, o comunque pochissimo, gli schermi dei cellulari. La serie Euphoria mi ha rassicurata. I suoi giovani protagonisti scrivono messaggi chini sui cellulari; condividiamo l’esaltazione, l’attesa, la gioia e la delusione che attraversano i loro volti e, ai piedi dello schermo, come in un film in lingua originale, i sottotitoli ci danno accesso ai messaggi scambiati. Il procedimento è semplice, ma la forza della scrittura, del silenzio, del ritmo con cui appaiono i messaggi è completa, diretta. Ho utilizzato anche io questo stratagemma nelle sequenze di chat, scandite dal suono più o meno aggressivo della vibrazione del telefono a ogni messaggio ricevuto. Per trasmettere la sensazione di invasione che possono provare le donne che si iscrivono a un sito d’incontri, ho avuto anche l’idea di far materializzare gli uomini dell’app, ad esempio, nella metropolitana.

Ben lontani dall’ultracontemporaneità della serie Euphoria, due film mi hanno accompagnata durante la stesura della sceneggiatura di Tutti a parte mio marito: L’uomo che amava le donne, che mi ha aiutata a trovare il ritmo, il movimento della storia – volevo evitare la trappola del film costruito su tanti sketch, cosa che a Truffaut è riuscita magnificamente, tra l’altro, grazie all’attenzione e alla profondità dell’interpretazione di Charles Denner; e Bella di giorno di Luis Buñuel. Come Séverine (Catherine Deneuve), Iris obbedisce a un desiderio che la supera. Non si sente mai in colpa, non fa che trarre benefici dalle sue scappatelle. In Bella di giorno, Pierre (Jean Sorel), il marito, è una rappresentazione ironica dell’ideale degli anni ’60: bello, ricco, innamorato, mai un capello fuori posto, pigiama inamidato.

Stéphane, nel mio film, è un po’ il marito perfetto dei nostri tempi: anche lui è bello, ma il lavoro da casa gli permette di girare in maglietta e andare più raramente dal barbiere; è simpatico, ama le sue figlie e, a priori, sua moglie. Come si spiega, allora, l’astinenza che affligge questa coppia da anni? Perché Iris ritrova la libido con uomini che, secondo i criteri abituali, non sono all’altezza di suo marito? La monogamia sancisce, come afferma uno degli uomini con cui Iris esce, la fine del desiderio? Tutti a parte mio marito è scandito da scene intime. Sono il tema del film, non potevo tagliarle! Ma come potevo filmare la sessualità in una commedia, in un film adatto a ogni tipo di pubblico? La scelta dell’ellisse (siamo con la coppia prima e/o dopo l’atto, ma mai durante) non è stata una predefinita. Credo che mi abbia permesso di accedere a una certa verità, di sfuggire alla convenzione del “non arsenico”: Iris non è Emma Bovary. Non viene punita. Da questi incontri trae tanti benefici, così come li trae suo marito, che Iris, forte di una rinnovata fiducia in sé stessa, riesce a riconquistare!

Affidandole il ruolo di Antoinette nel mio ultimo film, ho trovato in Laure Calamy un’alleata straordinaria, un mio alter ego. Tuttavia, non l’ho immaginata immediatamente nel ruolo di Iris. Inizialmente molto sobria, Iris è una donna arrivata, almeno in apparenza, con una vita privilegiata, che soddisfa tutte le esigenze della classe borghese. Laure non aveva mai interpretato personaggi del genere. Con la costumista, il parrucchiere e la truccatrice del film, abbiamo cercato di darle un aspetto classico, al di là della moda, molto sobrio. Ma il guardaroba di Iris si evolve man mano che il personaggio si apre, prende vita, riacquisisce sessualità. Iris ringiovanisce! E bisognava farlo sentire e vedere. Laure si è prestata al gioco con entusiasmo e generosità. Il suo corpo e il suo viso sono come un manifesto di incontri sessuali talmente visti e rivisti da non raccontare più nulla. Quello che volevo raccontare io, era cosa significa ritrovarsi nude a letto con uno sconosciuto all’età di Iris – cioè, diciamo, superati i quarant’anni. All’inizio del film, lei non si diverte molto, ma incontro dopo incontro, acquista sicurezza e va sempre più attivamente alla ricerca del piacere. Gli uomini, dal canto loro, si pavoneggiano da dietro allo schermo del telefono o con un cocktail in mano, ma abbassano la cresta non appena vengono messi con le spalle al muro. Anche gli uomini che Iris incontra lottano con i loro desideri, le loro frustrazioni e la loro solitudine. [ Caroline Vignal ]

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